Fare content marketing oggi significa ribaltare la prospettiva, passare dalla domanda “quali contenuti posso produrre per dare sostegno al mio prodotto, al mio servizio, al mio brand?” alla domanda “di quale contenuto ha bisogno il mio cliente, nel contesto in cui si trova?”
Perché il contesto oggi è fondamentale per dare ai clienti i contenuti di cui ha bisogno. Per farlo occorre una grande capacità di analizzare i dati e saper rispondere in modo immediato. Questo è possibile per esempio grazie all’Intelligenza Artificiale che riesce a “scovare” le esigenze del target. Come sempre l’importante è non pensare la tecnologia come un gadget, un orpello da sfoggiare, ma come un elemento di un processo che è “ossessionato” dalle esigenze del cliente.
Una vecchia pubblicità dell'azienda Smith Corona nel 1989. Via Pagina Facebook @oldavertising
Ma oltre all’intelligenza artificiale ci sono altri fattori esterni che caratterizzeranno il presente e il futuro del content marketing.
Gli OTT per esempio, che incombono. I dati personali, anche alla luce dei recenti scandali, saranno sempre più percepiti come valore, un valore che normalmente si paga. Il valore oggi ce l’hanno in mano gli OTT: quale mercato si svilupperà e quali saranno le azioni di marketing vincenti?
Domande simili, ce le siamo poste già con l’inizio della rivoluzione mobile, che ha permesso al cliente di presidiare i canali più diversi. E di fornire il contenuto di cui il pubblico ha bisogno, nel momento stesso in cui ne ha bisogno. Quel momento avviene sempre più spesso in downtime, su smartphone. Non appena compresi questi nuovi scenari del content marketing, i brand hanno poi imparato a muoversi con campagne sempre meno o per nulla aggressive. Perché gli utenti hanno imparato a penalizzare chi li disturba o interrompe e chi è irrilevante. E lo faranno sempre di più.
È opportuno specificare però che il nostro pubblico non chiede contenuti: chiede che i brand rispondano ai suoi bisogni. A volte si fa con i contenuti, a volte no. Bisogna sapere quando possiamo parlare e quando invece la soluzione è un’altra e magari arriva dal post-vendita o dal prodotto. Un’analisi attenta e di qualità che racchiuda tutte le fasi della comunicazione al nostro target garantisce dunque una customer experience ideale.
Per rispondere adeguatamente alle sollecitazioni e agli scenari che un’analisi intelligente dei dati solleva, Noi in Netnoc abbiamo una value proposition dedicata e una consuetudine di lavoro tra creativi e analisti: li chiamiamo “i due emisferi del cervello”, quello razionale e quello creativo. Preferiamo coinvolgere i nostri creativi durante la fase di analisi dei dati, invece che a valle.
Non è l’unica innovazione che abbiamo introdotto. Netnoc negli anni ha completamente integrato i team provenienti dall’esperienza di agenzia (Arkage) con quelli provenienti dal partner editoriale (Giunti). Ha dato vita così a un nuovo modo di lavorare che coniuga la qualità redazionale che un editore da sempre garantisce con l’appeal per il pubblico e l’attitudine alla conversione, che è patrimonio di un’agenzia creativa.
Questo è quello che Noi definiamo “Certified Content”.
Cover Via Pagina Facebook @oldadvertising
Topics: content marketing, customer experience, intelligenza artificiale
